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1843

SCIABOLA DA FANTERIA PIEMONTESE

armamento, esercito sardo-piemontese, prima guerra d'indipendenza, seconda guerra d'indipendenza italiana, terza guerra d'indipendenza, risorgimento

In sostituzione alla vecchia sciabola da fanteria mod. 34 di stampo francese, tanto da essere quasi identica al briquet napoleonico, venne introdotto il nuovo modello di sciabola il 3 marzo 1843 con Circolare n. 138.


La sciabola era dotata di una lama piatta a sezione triangolare e leggermente curva, con saetta di 13 mm, realizzata in acciaio temperato con un filo e punta. La lunghezza della lama è di 47 cm e larga al tallone di 3,6 cm.L’impugnatura era un unico pezzo fuso in ottone, liscia e con l’estremità a forma a becco e l’elsa a “S” con ramo anteriore rivolto verso l’impugnatura, mentre il ramo posteriore rivolto verso la lama. L’elsa si distingue dall’impugnatura da due linee parallele leggermente incise. A fissare il codolo all’impugnatura c’è un bottone in ferro. La lunghezza totale della spada è di 60 cm dal peso di 780 gr.


Il fodero adoperato con la spada era riciclato dalla vecchia sciabola a briquet, ma si accorciava leggermente la parte della cappa. Il fodero era in cuoio annerito, cucito al centro dalla parte interna, con cappa con bottone e puntale in ottone. La cappa è lunga 7 cm ed il puntale con bottoncino finale è lungo 11 cm, nel complesso il fodero raggiunge una lunghezza di 51 cm e un peso di 200 gr. La lunghezza totale della sciabola con fodero era di 65 cm. Ad ornare la lama non si faceva più uso della dragona, ma si continuarono a usare le cravatte di ciniglia con il colore della compagnia di appartenenza.


Introdotte nel 1843, le sciabole facevano parte dell’armamento individuale per sottoufficiali e truppa dei reparti di fanteria di linea, esclusa la Brigata Guardie che avevano in dotazione delle daghe. Nel mentre però le vecchie sciabole mod. 34 erano ancora presenti ed in uso per altri 2 anni, il tempo necessario a completare la distribuzione delle nuove spade.

Dopo l’esperienza della Prima guerra d’Indipendenza italiana si decise, con Circolare n.  399 del 6 febbraio del 1849, di sopprimere l’uso della sciabola alle compagnie di cacciatori e fucilieri dei reggimenti di fanteria per rimpiazzarle con 16 piccozzini, piccole asce, per ogni compagnia. Quindi la sciabola rimase solo ai sottufficiali e granatieri come distintivo di grado e qualità ed a tutti i reparti di fanteria che non sono armati di fucile come i falegnami, trombettieri e tamburini.

Il 14 aprile 1862 viene riorganizzato l’armamento individuale dei granatieri e della fanteria di linea dove veniva stabilito, per i fanti di linea, l’uso della sciabola mod. 43 agli sottufficiali dal grado di caporale di compagnia al grado di sergente di amministrazione, i falegnami adottarono sciabole più consone al loro ruolo.Quindi a far uso di questa sciabola in questo periodo furono, dal grado più alto al più basso: Sergente d'amministrazione, Sergente conducente, Sergente tamburino, Capo sarto, Capo calzolaio, Caporale maggiore, Caporale trombettiere, Vivandiere, Trombettiere, Tamburino, Soldato tamburino, Soldato trombettiere, Soldato conducente, Soldato attendente, Caporale furiere d'amministrazione, Caporale tamburino, Caporale conducente, Sergente di compagnia, Caporale furiere di compagnia, Soldato di 1ª classe e Caporale di compagnia.

Questa era forse una delle sciabole più iconiche dell’esercito italiano, grazie anche al suo prolungato uso, in vari corpi dell’esercito, fino agli anni del ventennio fascista.

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