In questi tempi dai ritmi febbrili, in cui ogni cosa lascia una traccia ma quasi nessuna viene ricordata, parlare di Risorgimento e in generale di storia è una sfida. La formazione scolastica non ha i mezzi o il tempo per poter generare un sincero interesse per questa fase della storia italiana; la politica, spesso impossessandosi dei valori e delle figure risorgimentali le ha svuotate della loro identità; le pubblicazioni, rare, sono frequentemente provocatorie e ricercano nel sensazionalismo dei titoli o di spiriti revisionistici o polemici di raggiungere i vertici dei libri più venduti seguendo il principio del "purché se ne parli".
Esistono esempi virtuosi di grandi progetti che stanno emergendo ancorando finalmente la vicenda storica, per sua natura intangibile, alla dimensione fisica di oggetti e luoghi e al suo potenziale di movimentazione economica, sia in termini turistici che occupazionali. E' nel contesto del più grande di questi progetti, il Museo Diffuso del Risorgimento, che si inserisce questo progetto.
Alcuni dei moltissimi Comuni ed Enti aderenti alla rete del MudRi stanno definendo progetti in ottemperanza degli impegni presi e avviano iniziative di varia natura, che vanno dai restauri ad allestimenti, percorsi, pubblicazioni, eventi, manifestazioni etc., con la ferma volontà di dare al Risorgimento un tratto esperienziale ed una fruibilità che quasi mai ha avuto in passato.
La liturgia delle commemorazioni, degli allori, di labari e incensi, di pubblicazioni tecniche di limitatissima tiratura, di appropriazioni dal sapore militaristico o più raramente pacifista, hanno saputo mantenere viva la memoria ma oggi hanno spesso difficoltà a perpetuarla generando nuovi innamorati di questa magnifica storia.
Questa religiosità rituale, proseguendo la metafora, ha perso fedeli. Ciò che credo serva ora è trovare il modo di instillare quella passione che spogliata di molte sovrastrutture possa avvicinare anche i più giovani che, posso testimoniare, sono più che mai pronti e persino bisognosi di accogliere e far propria.
Ci sono due approcci divulgativi che in genere si usano per rendere appetibili al grande pubblico i temi risorgimentali: il primo è l'avvicinamento alla storia, il ritrovarsi e il riconoscersi nel passato, nel sottolineare le molte somiglianze e l'attualità di alcune problematiche o di certe dinamiche; al contrario il secondo è la diversità, il guardare a ciò che è stato e non è più, talvolta con sollievo, altre con dispiacere.
E' fin troppo evidente ai cultori della materia e agli appassionati che per raccontare sommariamente il Risorgimento o anche solo un episodio che ne fa parte è necessario avvalersi di entrambi gli approcci. La storia, piaccia o no, essendo la somma di molte vite, è fatta di complessità, di dettaglio, di attenzione. Non è facile semplificarla senza banalizzarla, ed è fondamentale quindi che si utilizzino tutti i mezzi possibili non per inculcare nozioni, ma per generare interesse che spinga ad un percorso personale.
Affinché ciò avvenga, l'associazione che rappresento, come altre, ha deciso di avvalersi di uno strumento che fino a poco tempo fa ha persino subito note di biasimo: la rievocazione storica. Se per anni essa è stata legata al folklore o da atteggiamenti carnevaleschi, il rinnovamento delle modalità e della finalità che essa ha avuto negli ultimi anni e sta ancora avendo l'ha condotta ad orizzonti totalmente diversi.
Fatta seguendo dei rigorosi princìpi di filologicità e fruibilità, essa ha la capacità di incuriosire, avvicinare, sedurre e creare la condizione estremamente rara di predisposizione all'ascolto. Nei molti anni che ho trascorso indossando l'uniforme storica mi son reso conto di quanto sia più facile trasmettere efficacemente un contenuto in un contesto che stimola l'attenzione piuttosto che in uno neutro. Gli input devono coinvolgere i sensi e la sensibilità del fruitore per poter evocare emozioni a cui ancorare qualche nozione fondamentale.
E' con questa consapevolezza che mi trovo a presentare con soddisfazione il programma della Rievocazione di Governolo, un progetto costruito da sinergie che cooperano per dare vita ad un insieme di iniziative che culmineranno nella rievocazione della battaglia del Luglio 1848 tenutasi proprio a Governolo nel contesto di quella incredibile serie di eventi che resero il 1848 persino proverbiale.
L. Danieli
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